Cm 34x20.
La preziosa acquasantiera reca al centro un'elaborata composizione raffigurante l'immacolata vestita di sola nel suo alone di luce irradiata dai raggi che la circondano poggiata su una coltre di nubi e circondata da cherubini che sbucano da nuvolette e angioletti oranti.
La composizione è contenuta in una cornice modanata di forma ovale sagomata sormontati da una ricca cimasa finemente sbalzata e cesellata con motivi a pellacce e volute.
Nella parte sottostante è collocata la vaschetta per l'acqua Santa a foggia di conchiglia nervata.
Questo fastoso manufatto, che comprende stilisticamente tutte le caratteristiche del barocchetto genovese, viene così ben descritto dalla studiosa Franceschini Guelfi (nota 1): La collaborazione di pittori e scultori con orafi, argentieri, ricamatori e tessitori per mezzo di disegni e bozzetti per immagini e motivi decorativi, fu particolarmente ricca e fruttuosa soprattutto in quel felice momento (dalla seconda metà del Seicento fin quasi alla fine del Settecento) nella quale una koinè linguistica, nata dagli interventi di Pierre Puget e dal laboratorio - botteda di Casa Piola, caratterizzò la cultura figurativa genovese con suggestioni di lunga durata. Ad esempio un argento come questa raffinatissima acquasantiera di collezione privata (fig. 7), che si può collocare cronologicamente negli anni Settanta del Settecento e che nel fastigio e nella base sotto la vaschetta riprende i tipici motivi decorativi rocaille connotati da variazioni di straordinaria eleganza, nella figura centrale dell'Immacolata riecheggia il linguaggio delle ultime opere di Francesco Maria Schiaffino nel movimento dei panneggi e nella delicatezza dei particolari come il volto e le mani.