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ASTA 326 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO

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CHARDIN JEAN BAPTISTE SIMEON (1699 - 1779)

Natura morta.

 **Opera proveniente da fallimento di società. Firmato e datato sul bordo del pianale: “J. Chardin 1744” Provenienza: Collezione d’arte privata.L’opera è corredata dalle analisi diagnostiche eseguite da Jens Klocke, Hildesheim, 6 agosto 2004.L’opera è accompagnata dall’expertise di Renaud Temperini, 16 giugno 2009.L‘opera é accompagnata dall' attestato di libera esportazione.L’opera è firmata e datata 1744: firma e data sono dipinti come incisi sul bordo ligneo della tavola che sorregge gli elementi compositivi della natura morta ivi raffigurata, comprendente un trancio di paté in crosta, un limone, un calice di vino rosso, un coperchio di un utensile da cucina, due piccoli funghi champignons de Paris.L’autenticità è avvalorata da un’accurata analisi scientifica, condotta nel 2004 a Hildesheim, dal restauratore Jens Klocke, mediante indagini di tipo ottico (fluorescenza UV, riflettografia IR, macrofotografia) e analisi stratigrafiche e dall’expertise del Prof. Renaud Temperini, che ha valutato la tela dal vivo nel 2009. Tali analisi hanno permesso di appurare che il bicchiere di vetro rappresentato nel dipinto è identico a quello che ricorre in diverse nature morte di Chardin, tra cui uno dei capolavori della produzione tarda dell’artista, Le bocal d’olives, (1760, Paris, Musée du Louvre), mentre il coperchio in metallo trova corrispondenza nel contenitore di cristallo riempito d’acqua per raffreddare detto rafraichissoir presente nella natura morta intitolata Peches et raisins, raffigurante pesche, uva ed un rafraichissoir (1759, Rennes, Musée des Beaux-Arts).Il 1744 è l’anno in cui Chardin sposa, in seconde nozze, Marguerite Pouget che lo introduce all’interno della classe borghese. inoltre diviene il protetto del marchese de Marigny, Directeur des Batiments e fratello della marchesa de Pompadour, favorita del Re Luigi XV: per l’artista inizia il periodo del culmine della sua fama, che lo consacra a pittore della “vita silenziosa” degli oggetti più familiari e di coloro che li utilizzano nella quotidianità.In questa natura morta emerge infatti la poetica matura di Chardin: i singoli oggetti, in virtù del modo in cui sono composti, l’uno in relazione all’altro, dai trapassi tonali sommessi delle cromie giocati sui toni degli ocra e dei marroni, ravvivati dal giallo del limone e dal rosso rubino del calice di vino, così come dalla loro immobilità, acquistano una “non-transitorietà”, un senso di eternità astratta, che conferma la validità del superamento da parte della critica moderna dell’antica divisione della pittura in generi “maggiori” e “minori”.Gli oggetti della vita quotidiana acquistano in questa tela, secondo un procedimento che Marcel Proust trasporrà nei suoi scritti, un aspetto di novità e di eccezionale presenza.Chardin riflette sul senso più profondo della realtà come assunto autonomo di bellezza e poesia. di eccezionale qualità è il rapporto tra i riflessi baluginanti sul bicchiere di vino e sul coperchio e le ombre dal senso quasi misterioso ed arcano che avvolgono lo sfondo.

ASTA 326 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO
mar 15 GIUGNO - mer 16 GIUGNO 2021
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