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DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

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Girolamo Muziano

 Girolamo Muziano
(Brescia, 1532 - Roma, 1592)
SAN GIROLAMO PENITENTE
olio su tela, circa 228x164

Bibliografia di riferimento
P. Tosini, Girolamo Muziano dalla Maniera alla Natura, Roma, 2008

Il dipinto qui presentato si offre in un notevole stato di conservazione; montato ancora sul telaio originale ha una superficie pittorica che non ha mai subito puliture (una prova di pulitura che interessa parte del braccio, le mani, il volto e una porzione di paesaggio retrostante è stata eseguita in occasione della presente vendita e rivela una cromia cristallina e smagliante nei blu-azzurri metallici e nel viola ciclamino), unica mancanza è un’abrasione sul manto del santo dovuta ad un vecchio urto.
Si tratta di un dipinto di straordinaria qualità eseguito dall’artista agli inizi degli anni Settanta del Cinquecento. Realizzato su una tela a tramatura spessa il dipinto è eseguito con impasti di colore densi, di matrice veneta, con una attenzione (si veda il volto del santo dallo sguardo intenso ed ispirato o le bellissime mani, ma anche il corpo scorciato del Cristo crocifisso) al dato naturalistico che tende a superare la “maniera” verso soluzioni di naturalismo pre-secentesco.
Un’altra versione dell’opera, proveniente dalla chiesa di San Giorgio in Poggiale, ma non eseguita per quella destinazione, è conservata presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Tra i due dipinti vi sono notevoli varianti compositive: la veste del santo, nel nostro esemplare più articolata e complessa, scende a coprire buona parte della gamba sinistra, che invece è nuda nel dipinto bolognese; sulle ginocchia di Girolamo è appoggiato un grosso volume che invece non compare nell’altro dipinto; la tipologia delle rocce della grotta è completamente diversa (manca nella versione bolognese anche l’edera che si arrampica sulle rocce in basso a destra). Inoltre diverso è il crocifisso al quale il santo rivolge lo sguardo (di dimensioni più contenute il nostro, con l’asta della croce più corta e piantata su uno sperone di roccia di maggior altezza), come diverso è il paesaggio in lontananza sul fondo. Anche i colori delle vesti, azzurro e rosa in ambedue le versioni, risultano invertiti tra un esemplare e l’altro. Gli interventi di restauro che sono stati fatti sul dipinto bolognese ci presentano un quadro ancora bello e potente ma che ha perso un po’ della sua freschezza originale, mentre la nostra versione mostra ancora una grande ricchezza cromatica oltre ad una qualità compositiva molto alta.
Le due versioni sono ricordate dalle fonti come inviate dal Muziano a Bologna: “un quadro grande co’ la figura di S. Ieronimo de mano del Muziano opera molto bella” ricordato già da Cavazzoni (1603) e Oretti in casa di Carlo Fantuzzi e un secondo dipinto in casa di Paolo Tanari nel 1659, segnalato da Giordani (1829). (Per l’intera vicenda relativa si rimanda alla monografia di Patrizia Tosini, Girolamo Muziano dalla Maniera alla Natura, Roma, 2008, pp. 367-369).
Al momento risulta arduo stabilire con certezza quale tra le due versioni sia quella arrivata in Pinacoteca e quale quella qui presentata, come difficile poter asserire quale sia stata la prima ad essere eseguita cronologicamente.
Si ringrazia la professoressa Patrizia Tosini per aver confermato l'attribuzione dopo aver visionato direttamente il quadro.



DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA
mer 11 OTTOBRE 2017
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