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DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA

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Pietro Ricchi, detto il Lucchese

 Pietro Ricchi, detto il Lucchese
(Lucca, 1606 – Udine, 1675)
TESTA FEMMINILE
olio su tela, cm 45,5x37,5

Bibliografia di riferimento
Paolo dal Poggetto, Pietro Ricchi 1606-1675, Rimini 1996
Pietro Ricchi 1606-1675, a cura di M. Botteri Ottaviani, Milano 1996

Il fascinoso dipinto qui presentato mostra un volto femminile che emerge in tutto il suo candore giovanile da un fondo ocra-grigio; non avendo la figura attributi identificativi potrebbe trattarsi di uno studio preparatorio per un personaggio che doveva far parte di una composizione più grande; allo stesso tempo la delicatezza e la perizia con cui è condotto il roseo volto potrebbero far pensare ad un'opera da stanza in sé già finita. In effetti la nostra fanciulla presenta i tratti somatici che ritroveremo nella maggior parte delle figure femminili sacre e profane dipinte da Pietro Ricchi e in particolare in una serie di pale d'altare eseguite nei primi anni Quaranta a Brescia e in Lombardia, in primo luogo con la pala in Santa Maria Assunta a Clusone (Bergamo).
In perfetto stato di conservazione, il dipinto si qualifica come un lavoro di altissima qualità all'interno della produzione del Lucchese.
La nostra elegante Testa femminile trova inoltre stringenti confronti con i volti femminili, pubblicati in dal Poggetto e Ottaviani, che sono datati proprio intorno al 1646-47.
In particolare la conformazione degli occhi della nostra fanciulla, che rende le figure del Lucchese ben riconoscibili e uniche, è analoga a quella della Testa di giovane donna della Galleria Tadini di Lovere (Bergamo) (Pietro Ricchi cit. a cura di Ottaviani, scheda 48, pp. 330-331); la teletta della Galleria Tadini è un abbozzo non finito forse ritagliato da una tela più grande, così come anche il busto femminile di collezione privata fiorentina (Paolo dal Poggetto cit. p. 313, fig. 180) doveva essere un frammento di una composizione più grande di cui non è identificabile il soggetto.
Il dipinto qui offerto si avvicina per livello qualitativo, stile e resa pittorica anche alle figure del quadro della Residenzgalerie di Salisburgo raffigurante Erminia cura Tancredi ferito, definito da Roberto Contini “opera quasi imparagonabile ad altre per essere più che mai al vertice della scala di qualità”. Gli incarnati sono infatti dolcissimi e arrotondati da ombre sensibili, con la notazione delle guance accese di rosso.
Tra le opere che la critica ritiene tra i più alti raggiungimenti del pittore si ricordano: La consegna delle chiavi, Rimini, Chiesa di San Giuliano (Pietro Ricchi cit. scheda 27, pp. 284-285, la Deposizione di Ghedi (Brescia), Chiesa parrocchiale, L’ultima cena, Asola (MN), Chiesa parrocchiale di San Andrea Apostolo (Pietro Ricchi cit. scheda 26, pp. 280-283) e l'Erminia cura Tancredi ferito poco sopra menzionato (Pietro Ricchi cit. scheda 52 pp. 336-337).



DA MERCANTE A Collezionista: CINQUANT'ANNI DI RICERCA PER UNA PRESTIGIOSA RACCOLTA
mer 11 OTTOBRE 2017
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