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LIBRI, MANOSCRITTI E AUTOGRAFI

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(Manoscritto miniato – Milano) CHAIMIS, Batholomaeus de. Incipit co[n]fessio[n]ale [..]

 (Manoscritto miniato – Milano) CHAIMIS, Batholomaeus de. Incipit co[n]fessio[n]ale siue Interrogatorium p[er] venerabilem fr[atr]em B[ar]tholameu[m] de Cavmi de m[edio]l[an]o ordi[ni]s minorum [com]positu[m] i[n] loco s[an]c[ta]e abazie de a[n]gelis ap[ud] m[edio]l[anu]m. (14 febbraio 1468).
Manoscritto miniato su pergamena in 8vo piccolo (150 x 105 mm), di [156] carte in tutto, così suddivise: [9] carte iniziali; seguite da un blocco cartulato 1-169 in rosso in alto a destra, ma con alcuni errori nella numerazione; [2] carte finali, presumibilmente la 170 e 171, ove la cartulazione è rifilata. Specchio di lettura: 100 x 80 mm. Testo su due colonne di 33 righe, in minuscola gotica in inchiostro nero, con titoli in rosso, e con capilettera e segni di paragrafo in rosso e in blu, un CAPOLETTERA MINIATO in oro su fondo azzurro con all’interno decorazione floreale in rosa salmone, rubino e azzurro, da cui si dipartono due tralci di foglie miniati in verde e oro, incipit in rosso, un paio di capolettera miniati in rosso e blu, di cui uno all’inizio del testo con graziosi svolazzi lungo il margine. Legatura di fine Ottocento in mezzo marocchino nocciola e piatti rivestiti in carta decorata, dorso liscio in titoli in oro e decorazione a secco, sguardie marmorizzate. Ex libris del Conte Paolo Vimercati Sozzi. Gora al margine interno, particolarmente evidente negli ultimi fascicoli, ove si perde qualche parte di testo; foro di tarlo alle prime quindici carte; un paio di trascurabili restauri; la carta 69 è per errore seguita dalle carte 80, 81 ecc., senza mancanze nel testo; le carte 144-145 sono per errore rilegate dopo la 146, che è seguita, senza apparenti mancanze di testo, dalle carte 161-169.

COPIA DEL CELEBRE CONFESSIONALE DI BARTOLOMEO DA CHAIMIS MANOSCRITTA NEL CONVENTO DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI A MILANO NEL 1468, quando il Chaimis era guardiano del Convento. Il manoscritto precede di sei anni la prima edizione a stampa del Confessionale, pubblicata nel 1474, e potrebbe essere la copia apografa dell’opera. Si tratta comunque, verosimilmente, di un esemplare manoscritto sotto la direzione del Chaimis.

Bartolomeo de Chaimis, frate francescano nato nella prima metà del XV secolo da una nobile famiglia milanese, si laureò in teologia presso l’Università di Bologna. Fu eletto guardiano del Convento di Santa Maria degli Angeli nel 1466. “Predicatore e confessore di notevole fama, il C. redasse un Confessionale, tra i più diffusi dell’epoca. Nel sinodo di Basilea dell’ottobre del 1503 e in quello di Augusta del 1548 ne venne raccomandato l’uso. Il suo Interrogatorium sive Confessionale ebbe nel Quattrocento molte edizioni (Gesamtkat., VI, nn. 6540-6550), la prima delle quali apparve a Milano nel 1474 per i tipi di Christoph Valdarfer. In tutte queste edizioni l’opera del C. è accompagnata dalle anonime Interrogationes faciendae infirmo morienti. Il Confessionale è diviso in quattro parti, secondo lo schema ormai impostosi di Antonino da Firenze: 1) “De confessoris ligandi et solvendi potestate”; 2) “De poenitentis ad confessionem admissione”; 3) “De circumstantiarum peccatorum diligenti investigatione”; 4) “De poenitentiae iniunctione et peccatorum absolutione”. La terza parte presenta un notevole interesse per la definizione dei peccati e per l’atteggiamento della Chiesa nei confronti di taluni problemi, come quello dell’usura, di alcune forme devozionali ecc. Un settore di questa terza parte è riservato ai vari doveri professionali, da quelli dei governanti a quelli dei notai, professori e studenti, mercanti e così via, mentre si sente l’esigenza di ricordare anche una serie di regole sulla retta osservanza di patti commerciali e agrari. Il Confessionale del C. si richiama come impostazione e argomentazioni soprattutto alla contemporanea Summa di Angelo da Chivasso, confratello dello stesso suo convento di S. Maria degli Angeli.” (Treccani).

La presente copia manoscritta si apre con nove carte scritte da una mano che appare leggermente diversa da quella del Confessionale, e che contengono altri testi relativi alla confessione, incluso un accenno a quello di sant’Antonino da Firenze. Segue l’opera vera e propria, che termina alla carta 109 (ma in realtà 99) ove troviamo anche l’indicazione cronologica “finis 1468 Febr. 14”. Le tre pagine successive recano versi d’amore in volgare, seguiti da una parte che raccoglie elementi di diritto canonico, e poi da un testo di sant’Antonino da Firenze (carte 121-146) che tratta tra l’altro del matrimonio. Il volume finisce con una serie di articoli e con una laude di Leonardo Giustinian (1388-1446), politico e umanista italiano della Repubblica di Venezia, noto autore di laude a carattere sacro e profano.

Paolo Vimercati Sozzi (Milano, 1801 – Bergamo, 1883) fu un grande collezionista e studioso di archeologia e numismatica. Presidente dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo, egli raccolse un’enorme quantità di reperti archeologici, monete, medaglie, stampe e libri nel suo palazzo, trasformandolo in grande museo privato. La sua collezione venne in parte dispera con un’asta pubblica nel 1893. Il suo lapidario, donato dagli eredi alla città di Bergamo, costituì il nucleo fondamentale del museo archeologico di Bergamo.

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mer 14 FEBBRAIO 2018
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