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Arte Moderna e Contemporanea

Mambor Renato : RENATO MAMBOR  - Asta Arte Moderna e Contemporanea - Associazione Nazionale - Case d'Asta italiane
51

Mambor Renato

RENATO MAMBOR

 ★ RENATO MAMBOR
(Roma 1936 - Roma 2014)
Uomo e paesaggio
vernice e pennarello su cartoncino, cm 68x60,5
sul retro: firmato Mambor
sul retro: iscrizione Uomo e paesaggio, Mambor 63=65
eseguito nel 1978

Man and landscape
paint and marker on cardboard, 68x60.5 cm
on the reserve: signed Mambor
on the reserve: inscription Uomo e paesaggio, Mambor 63 = 65
executed in 1978

Mambor fa parte di quella schiera di artisti romani che opponendosi alla poetica dell'informale e prendendo spunto dalla cultura artistica pop americana, indagano sulle mutazioni dei codici linguistici nella nuova società massificata e si confrontano con i nuovi linguaggi della stampa, della pubblicità e della televisione dove la realtà delle cose viene costantemente mediata e rielaborata. L'arte di Mambor è cerebrale, frutto di una sottomissione del processo visivo alle regole di chi, come l'artista, lo elabora e lo ricrea, spesso semplificando, fino a ridurre la visione a una combinazione di patterns diversi. L'iconografia della sagoma umana, presente in quest'opera , prende forma a partire dagli anni sessanta: da una riflessione sul tema del segnale stradale come metafora della rappresentazione graficizzata di un concetto universalmente riconosciuto e accettato e della schematicità della comunicazione contemporanea, egli estrapola la figura dell'omino stilizzato del passaggio pedonale, dando vita alla serie degli Uomini statici. Il segno indicava l'uomo quantitativo , non aveva volto, caratteristiche individuali, e per questo si poneva come fortemente oggettivo. Questi omini che stampigliavo sulla tela monocroma vivevano concretamente con il loro supporto piano senza falsarne il carattere bidimensionale. Creavano delle allusioni prospettiche, usando differenti altezze nelle sagome statistiche (Renato Mambor)
In seguito, la sagoma dell'omino divenne ripetibile all'infinito tramite una matrice costituita da un timbro a gomma. In questo modo il margine della casualità diventa minimo e l'uso del timbro rafforzava l'idea di un'esecuzione artigianale e allo stesso tempo antiespressiva e più diretta. Si tratta di un a delle consuete composizioni dell'artista romano in cui presenziano file ordinate di sagome umane maschili, quattro disposte in senso orizzontale formate da sette elementi, arricchita da un elemento di novità: un albero ed elementi di paesaggio, in verde sono tratteggiati sullo sfondo. Gli omini, in giacca e cravatta, nella loro piatta dimensionalità e serialità, nel loro essere assolutamente identici, si contrappongono all'altro piano costituito dal disegno più veloce e sommario dello sfondo. Le indicazioni numeriche poste al verso dell'opera 63=65, si riferiscono a due annate precise nell'attività pittorica dell'artista, Il 1963 è l'anno in cui si sviluppa il sopra citato tema degli uomini statici mentre il 1965 è invece quello in cui l'artista inizia a cimentarsi con la rappresentazione del paesaggio.



Arte Moderna e Contemporanea
lun 3 DICEMBRE 2018
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