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COLLEZIONE DI 23 REPERTI

 COLLEZIONE DI 23 REPERTI

Collezione, formatasi in ambito romano fra la fine dell’800 e il ‘900, che unisce 23 reperti di produzione attica, etrusca ed italiota. Il materiale offre un campionario estremamente significativo, ed in eccezionali condizioni di conservazione, di alcune delle principali produzioni ceramiche circolanti nell’Italia centro-meridionale fra l’arcaismo e l’età ellenistica.
La ceramica di produzione etrusca rientra nella classe etrusco-corinzia è rappresentata da due olpai a rotelle e da un alabastron a fondo piano con decorazione a cani correnti: un’olpe appartiene al Gruppo degli Archetti intrecciati, così definito per il motivo inciso e sovraddipinto che abitualmente ne decora il corpo. L’alabastron, nonostante la decorazione semplice, è di una certa importanza per comprendere l’adozione di modelli culturali allogeni nella produzione vascolare etrusca (V. Bellelli, Influenze straniere e ispirazione locale. Gli alabastra etrusco-corinzi di Forma Ricci 121, in AnnFaina 14, 2007, pp. 293-324).
La produzione attica è rappresentata da una lekythos con decorazione a figure nere su fondo bianco (h. 21 cm), prodotto attribuibile alla cerchia del Pittore di Haimon, esponente della più tarda produzione, già riferibile all’inizio del V secolo a.C.
La ceramica italiota figurata, per lo più di produzione campana, presenta una selezione delle forme vascolari attestate nel IV secolo a.C.: una coppia di lekanides, con teste femminili intervallate da palmette, ed un piatto decorato anch’esso da una testa di donna con un’acconciatura a kekyphalos, raffigurata assieme allo specchio, simbolo di bellezza, un piccolo piatto da pesci con incavo centrale al centro, una lekythos ariballica con testa femminile volta a destra, uno skyphos con figura femminile e con epigrafe in alfabeto indigeno sul piede.
Di particolare interesse sono i tre crateri a campana della collezione: uno presenta su entrambi i lati figure di animali noti per la loro potenza (un toro rappresentato nell’atto di caricare e un leone); quello di dimensioni maggiori è connotato da un unitario tema di esaltazione del dio del vino Dioniso (h. 27 cm). Sul lato A il dio è rappresentato con un tirso (suo attributo costituito da un bastone su cui è infissa una pigna), sul lato B compare invece un’agile figura del suo animale, una pantera con il manto maculato.
Due anfore (del tipo bail amphora, con ansa a ponte sull’orlo - h. 33 e 37 cm) sono decorate da figure ammantate, mentre una terza anfora, di grandi dimensioni (h. 42 cm; diam orlo 12 cm), presenta una figura di guerriero, appoggiato ad un altare o pilastrino. L’uomo, completamente armato, indossa una corazza costituita da tre dischi saldati insieme (caratteristica del mondo militare sannita), un solido cinturone e un elmo con ampio cimiero. La qualità elevata del tratto lo rendono senza dubbio il pezzo migliore della raccolta.
La ceramica a vernice nera consiste in tre ciotole (di probabile produzione campana) decorate con palmette impresse, due kylikes con anse orizzontali sormontanti (una decorata con un motivo floreale sovraddipinto) e due gutti con medaglioni decorati a matrice con una testa femminile e con una figura femminile ammantata con in mano una torcia.

Provenienza
collezione privata, Roma
collezione privata, Lombardia

Collezione dichiarata d’eccezionale interesse archeologico (D.S.R Lombardia 14 settembre 2015).



Archeologia
mar 18 DICEMBRE 2018
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