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ASTA 311 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO

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RUBENS PIETRO PAOLO (1577 - 1640)

Baccanale (o festino degli Dei sulle sponde del mare).

 Al verso reca la scritta: “P.P. Rubens n. 120” (che deriva da un’antica collezione)Seconda metà degli anni Venti del XVII SecoloProvenienza: Collezione d’arte privata.L’opera è accompagnata dall’expertise di Justus Müller Hofstede del 20 febbraio 2009.Peter Paul Rubens inizia giovanissimo il suo apprendistato artistico a Colonia per poi trasferirsi, dopo la morte del padre ad Anversa, dove entra nella bottega dei maestri Rombout Verdonck ed Adam Van Noort. All’età di 21 anni risulta già essere iscritto alla Gilda di San Luca, la corporazione dei pittori di Anversa. Nel maggio del 1600 parte per l’Italia, sostando inizialmente a Venezia, dove perfeziona il suo stile eseguendo copie da Tiziano, Veronese e Tintoretto, quindi successivamente a Mantova, dove diviene pittore di corte del duca Vincenzo I Gonzaga.Per volontà del duca stesso, Rubens si trasferisce nel giugno 1601 a Roma per approfondire la conoscenza dell’arte antica, della cultura figurativa del Rinascimento italiano e della coeva produzione artistica, dedicandosi principalmente allo studio di Michelangelo, Raffaello, Annibale Carracci, Guido Reni e Caravaggio.Quest’ultimo e la produzione artistica dei maestri del Cinquecento veneziano eserciteranno un influsso determinante sulla sua formazione artistica.Gli anni successivi sono caratterizzati da un’intensa attività artistica del Maestro, che raffina la sua tecnica compositiva in uno stile grandioso e solenne, prima apertura in senso Barocco e da assolvimenti di incarichi diplomatici e politici affidatigli dal Duca di Mantova, per il compimento dei quali intraprende continui viaggi a Roma, Genova, Mantova e in Spagna (1603). Il soggiorno in Italia è di grandissima importanza sia per Rubens sia per la cultura pittorica dei luoghi in cui è attivo, poiché gli artisti delle diverse scuole regionali attraverso la visione diretta, o più frequentemente, attraverso la visione delle stampe ed incisioni tratte dalle sue opere, ne saranno più o meno notevolmente influenzati.Nel 1608 il Maestro ritorna ad Anversa per la morte della madre e vi rimane sino al 1628 avviando la rinomata casa-bottega e realizzando un numero cospicuo di dipinti, spesso avvalendosi della collaborazione di celeberrimi artisti, quali Anton Van Dyck (1599-1641) e Frans Snyders (1579-1657),Le opere realizzate in questo periodo sono caratterizzate da forti contrasti luministici e da figure dalle fattezze michelangiolesche (“Sansone e Dalila”, 1609, London, National Gallery. “l’Innalzamento della Croce” 1610, Anversa, Cattedrale di Nostra Signora). Sin dal 1612 Rubens, influenzato dalle tendenze della Controriforma, sperimenta un nuovo stile, più consono alle tendenze e tensioni religiose coeve, realizzando composizioni di maggiore equilibrio e simmetria e recuperando l’eleganza e la plasticità della statuaria classica, come dimostra il Trittico della Deposizione dalla Croce” (1611-14, Anversa, Cattedrale di Nostra Signora).Gli innumerevoli impegni diplomatici e le molteplici commissioni professionali conducono Rubens in Olanda (1627), in Spagna (1628) ed in Inghilterra alla corte del re Carlo I (1629-30), mentre l’ultimo decennio della sua vita lo trascorre nuovamente ad Anversa.Negli anni della maturità artistica , sino alla sua scomparsa avvenuta nel 1640, il Maestro diviene celebre a livello internazionale per le opere di soggetto mitologico ed allegorico, le grandi pale a sfondo religioso, i ritratti realistici ed i raffinati paesaggi, acclamato come uno dei massimi esponenti della cultura artistica del secolo XVII ed ideatore del Barocco fiammingo.Il disegno in oggetto, databile su base stilistica nella seconda metà degli anni Venti del 1600, descrive lo svolgimento di un baccanale. L‘opera ritrae infatti a sinistra gli dei del mare intenti a festeggiare con gesti di gaudio, mentre a destra altre figure, che rappresentano altri dei, ninfe e putti, si dedicano a mescere vino da otri. La complessa ed al contempo armoniosa composizione della scena e la resa volumetrica dei corpi, ispirata allo stile delle figure michelangiolesche, sono elementi che riconducono alla mano del grande Maestro fiammingo.Le pose delle figure sono desunte dall’osservazione e la riflessione delle statue classiche e del Rinascimento italiano, una caratteristica dello stile di Rubens tipica del decennio 1620-1630. Grande attenzione è posta allo sviluppo chiaroscurale, ottenuto con rialzi ad acquarello, allo svolgimento ritmico ed all’effetto di narrazione (o svolgimento in sequenza di un episodio). l’uso della penna conferisce inoltre una grazia sinuosa alle figure femminili.L’opera, di altissima qualità ed in ottimo stato di conservazione é stata autenticata da Justus Müller Hofstede nel 2009, confermando l’antica attribuzione posta al verso e riscontrando come la tematica e l’impianto scenografico siano riscontrabili in altre opere grafiche appartenenti alla produzione di Rubens, quali “Diana e le sue Ninfe al Bagno” (Londra, Courtauld Institute, Coll. Count Seilern, in J.S. Held, “Rubens Selected Drawings, London 1959, vol.I, cat. n° 50, vol. II, tav. 52) e “La storia della vestale Tuccia” (Parigi, Louvre, Cabinet des Dessins, in J.S. Held, “Rubens Selected Drawings, London 1959, vol.I, cat. n° 64, vol. II, tav. 78).

ASTA 311 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO
mar 15 DICEMBRE - mer 16 DICEMBRE 2020
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