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ASTA 311 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO

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INGRES JEAN AUGUSTE DOMINIQUE (1780 - 1867)

Giovane donna che posa il braccio su un'urna.

 Al retro schizzo a matita.Provenienza: Collezione di Lord Farnham.L’opera è corredata dall’expertise di Renaud Temperini del 16 giugno 2009.La formazione del celeberrimo pittore francese avviene presso l’Académie Royale de Peinture, Sculpture et Architecture di Toulouse, dove inizia ad apprezzare l’arte di Raffaello grazie agli insegnamenti del pittore neoclassico Guillaume-Joseph Roques, il suo primo maestro, lo scultore Jean-Pierre Vigan, il paesaggista Jean BriantDal 1789 è allievo di Jacques-Louis David a Parigi, dove apprende il valore degli ideali neoclassici e raffina la sua tecnica, già strabiliante sin dalla più giovane età.All’interno dell’ambiente parigino si afferma quindi come ritrattista prediletto dell’alta borghesia, ricevendo importanti commissioni ufficiali quali il ritratto di Napoleone (Bonaparte, Premier Consul, 1804, Liège, La Boverie). Nel 1801 vince il Prix de Rome con l’opera Achille recevant les ambassadeurs d’Agamemnon. Cinque anni dopo, nel 1806, Ingres è a Roma dove ha la possibilità di approfondire i suoi studi sull’arte antica e sui maestri del Rinascimento, concentrandosi in particolare su Raffaello. Con questo soggiorno, che dura sino al 1820, quando si trasferisce a Firenze per quattro anni, s’inaugura un periodo d’intensa attività pittorica ma, per ottenere le gratificazioni desiderate da parte della critica francese, il Maestro dovrà aspettare il 1824, quando, tornato a Parigi, parteciperà al Salon con l’opera Le Voeu de Louis XIII, dipinta per la Cattedrale di Montauban e posta in opposizione al “Massacro di Scio” di Eugène Delacroix. Ottenuti consensi entusiastici, Ingres viene eletto prima membro e successivamente direttore de l’Académie de France (1834) e viene consacrato come il massimo artista francese.In questi prolifici anni continua a realizzare ritratti, soggetti mitologici ed importanti commissioni ufficiali quali L’Apothéose d’Homère (1827, Paris, Musée du Louvre) e Jeanne d’Arc au sacre du roi Charles VII (1851-54, Paris, Musée du Louvre).Il filo conduttore per la comprensione della pittura del Maestro di Montauban è rappresentato dai suoi innumerevoli disegni, attraverso i quali si può cogliere la continua ricerca di una forma perfetta, da risolversi soprattutto con la linea prima che nella composizione spaziale e nel colore. I disegni mostrano infatti come con estrema libertà abbia saputo fondere l’arte ellenistica, bizantina e gotica, a quella di Raffaello e dei manieristi ed agli insegnamenti di John Flaxman. Anche nei dipinti il colore e le ombre leggerissime riducono la profondità spaziale e attenuano il plasticismo a vantaggio dei valori lineari, in uno stile che rimane sostanzialmente immutato nel corso degli anni.I nudi femminili rappresentano il punto d’arrivo della sua ricerca della bellezza ideale ed anche nella produzione della tarda maturità ritorna frequentemente su questo tema riprendendo composizioni iniziate molti anni prima come La Grande Baigneuse, dite Baigneuse Valpinçon (1808, Paris, Musée du Louvre), La Grande Odalisque (1814, Paris, Musée du Louvre), Vénus Anadyomène (1808-48, Chantilly, Musée Condé), Le Bain Turc (1859-1862, Paris, Musée du Louvre). Le soluzioni formali ed estetiche di Ingres rappresenteranno un patrimonio iconografico per molta pittura dell’Ottocento e del Novecento: ai suoi modi stilistici nuovi si volgerà in particolare lo sguardo attento di Manet.Ingres è considerato uno dei più grandi disegnatori che siano mai esistiti: ha inventato infatti un modo di disegnare che riunisce purezza e sicurezza di tratti, psicologia del modello e capacità di resa dell’essenziale. Questo disegno presenta queste qualità ed esprime il perfezionismo intransigente che il Maestro francese ricercava attraverso la costante pratica grafica, con cui raffinava le idee compositive e arrivava a definire la sua interpretazione della forma e della bellezza ideale. Ingres è infatti considerato il più esemplare rappresentante del Neoclassicismo, come conferma la preminenza del disegno sul colore.La fanciulla ritratta sul recto del foglio è vestita con una tunica all’antica che scivola lungo la spalla di sinistra, è leggermente appoggiata ad un’urna posta su una colonna e ha il volto reclinato verso il basso. sul verso del foglio è presente invece uno schizzo a matita di soggetto non identificabile. Particolare attenzione è riservata alla resa del panneggio, tale da far percepire allo spettatore l’eterea, quasi impalpabile, consistenza del velo. oltremodo delicato è pure il trattamento del volto e delle mani della fanciulla. Come osserva Renaud Temperini, nella sua analisi che ha portato all’autenticazione del disegno (2009), la maestria di Ingres trapela soprattutto dalla purezza delle linee, dalla leggerezza del tratto, dalla resa dei volumi con ombre tenui e dalla capacità di trasmettere l’essenziale con pochi tratti di matita. Il disegno mostra inoltre lo studio dell’arte greca e romana e del Rinascimento italiano e la passione di Ingres per lo resa artistica del corpo femminile. Avvicinabile a disegni e opere degli anni ’40 e ’50, è tuttavia difficilmente databile con certezza a causa dello stile sostanzialmente immutato dell’arte di Ingres nel corso degli anni.

ASTA 311 - ARTE ANTICA E DEL XIX SECOLO
mar 15 DICEMBRE - mer 16 DICEMBRE 2020
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