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DAL RINASCIMENTO AL PRIMO 900. PERCORSO ATTRAVERSO CINQUE SECOLI DI PITTURA

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Armando Spadini

 Armando Spadini
(Firenze 1883 - Roma 1925)
LA BAMBINA E IL CANE
olio su tela, cm 82,5x70,5
firmato e datato "913" in basso a destra
retro: timbro della Galleria Sacerdoti di Milano, timbro della Galleria Gian Ferrari di Milano, cartiglio della Mostra Celebrativa di Armando Spadini del 1946

THE GIRL AND THE DOG
oil on canvas, 82.5x70.5 cm
signed and dated "913" lower right
on the reverse: stamp of the Galleria Sacerdoti in Milan, stamp of the Galleria Gian Ferrari in Milan, label of the Mostra Celebrativa di Armando Spadini, 1946

Provenienza
Federico Ghiron, Roma
Galleria d'Arte Sacerdoti, Milano
Collezione privata, Varese

Esposizioni
Mostra Celebrativa di Armando Spadini, Milano, Galleria Gian Ferrari, 30 marzo - 13 aprile 1946, n. 10

Bibliografia
A. Venturi, E. Cecchi, Armando Spadini, Milano 1927, p. XLVIII n. 170, tav. LXXI
Spadini nella vita e nelle opere, catalogo della mostra (Galleria Gian Ferrari, Milano) a cura di L. Borgese, O. Vergani, Milano 1946, tav. XI

Artista dal temperamento felice, fortemente legato all'intimità familiare, nel 1908 Armando Spadini sposa Pasqualina Cervone, allieva di Giovanni Fattori all'Accademia di Belle Arti di Firenze, e sua modella prediletta assieme ai figli Anna, Andrea, Maria, nati tra il 1910 e il 1914 a distanza di due anni l'uno dall'altro, e a Lillo, arrivato nel 1920. Un esempio ne è La bambina con il cane, dipinto del 1913, in cui il pittore dedica a un momento di intimità alla piccola Anna ritratta mentre, seduta per terra in uno spazio all'aperto, osserva un volpino. Alle spalle della bambina, alcune piante dalle foglie rigogliose, cariche di verde intenso, fanno da sfondo a un ambiente poco identificabile, ma non è quello l'elemento importante per il pittore. L'attenzione di Spadini riguarda la figlia e la sua titubanza curiosa verso l'animale che osserva inizialmente quasi con ritrosia. Non sappiamo se successivamente la mano della bimba, al momento appoggiata sulla gamba, si protrarrà verso il cane per accarezzare il pelo fulvo. Tra sé e il mondo reale, Spadini non interpone alcuno schermo intellettualistico, retorico o sentimentalistico. Le tinte cariche di luce sono stese con impasto ricco, grasso, adatto ad ampie superfici.
Indicato di proprietà Federico Ghiron di Roma nel volume di Emilio Cecchi e Adolfo Venturi dedicato ad Armando Spadini, prima catalogazione dell'opera del pittore risalente al 1927, il quadro appare nel 1946 alla mostra celebrativa dell’autore fiorentino allestita da Ettore Gian Ferrari nella sua galleria di via Clerici a Milano. Il catalogo edito per la circostanza ambrosiana, a cura di Leonardo Borgese e di Orio Vergani, riporta la provenienza della tela da casa Ghiglione. Tra i principali sostenitori della pittura di Spadini, l'avvocato Ghiglione aveva in collezione, assieme ad altri dipinti di tematiche diverse, un soggetto simile, Maria con il gatto, del 1916, un ritratto caratterizzato dallo sfondo floreale maggiormente stilizzato che mostra la bambina con in braccio l'animale bianco e neroraffigurata con la solita dolcezza con cui il padre volge lo sguardo carico d'amore verso i suoi figli, tutti e quattro chiamati nel corso degli anni, a prestarsi da modelli nelle sue opere. Come ben scrive Venturi nel libro su Spadini già citato, "Umidi fiori terrestri, i bambini brillano nei suoi quadri sorpresi nello scatto delle mosse incomposte o nella grazia della riflessione: i colori stessi son creati per loro, i colori armoniosi, tenui e ridenti, che han la luce e la vaga iridescenza della madreperla (...) e il capolavoro s'incide nella nostra memoria, inobliabile".

E.S.




DAL RINASCIMENTO AL PRIMO 900. PERCORSO ATTRAVERSO CINQUE SECOLI DI PITTURA
mar 2 FEBBRAIO 2021
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