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Girolamo Troppa

 Girolamo Troppa
(Rocchetta Sabina, 1636 – Roma, 1711)
MARTIRIO DI SAN SEBASTIANO
olio su tela, cm 217x144

THE MARTYRDOM OF SAINT SEBASTIAN
oil on canvas, cm 217x144

Bibliografia
R. Cantone, Girolamo Troppa interprete della cultura figurativa romana del tardo Seicento, in Il restauro dell’Elemosina di San Tommaso da Villanova del Cavalier Gerolamo Troppa, a cura di C. Sodano, Bracciano 2009, p. 65.
F. Petrucci, Considerazioni su Girolamo Troppa: un “tenebrista” del tardo Seicento romano, in “Prospettiva” 146.2012(2013), pp. 88-102, n. 80
R. Della Portella, Girolamo Troppa 1636-1711, Terni 2020, fig. 123.

Negli ultimi due decenni l’attività artistica di Girolamo Troppa è stata oggetto di numerosi contributi che hanno reso noti molti suoi dipinti e disegni, oggi riuniti nella monografia edita nel 2020 (Della Portella 2020). Nell’articolo di Petrucci citato in bibliografia, lo studioso forniva per la prima volta un elenco numerato delle opere attribuite a Troppa dove al n. 80 è menzionato il nostro San Sebastiano nella collezione Camuccini di Cantalupo in Sabina (Rieti). Nell’archivio Camuccini a Cantalupo Sabino risulta che nel 1860 un discendente di Troppa vende l’autoritratto di questi a Giovan Battista Camuccini: testimonianza delle origini sabine del pittore e del suo legame con il territorio.
Numerosissime sono infatti le sue pale d’altare sparse per il tutto il territorio pontificio come pure le tele da “quadreria” presenti negli antichi inventari e le decorazioni in varie chiese sia dentro che fuori Roma.
Dopo una prima fase dove prevalente è il debito nei confronti di Mola, tra la fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta, inizia la vicinanza di Troppa con Giovan Battista Gaulli a cui seguirà la suggestione marattesca della sua attività matura: rapporti stilistici confermati dalla produzione disegnativa messa a fuoco da Erich Schleier (E. Schleier, Altre aggiunte a Girolamo Troppa pittore e disegnatore, in “Studi di storia dell’arte”, 26 (2015), pp. 215-228 ).
In alcune opere il gusto paesaggistico molesco convive con un fremito dei panneggi vicino a Gaulli come nella Gloria di Santa Rosa da Lima (Roma collezione Resca) firmata ed eseguita, come suggerisce Petrucci (2013, pl 91 fig. 6), probabilmente in concomitanza della canonizzazione della santa nel 1671: lo scorcio che si apre alle spalle della nostra scena e la luminosità gaullesca unitamente al fluire dei panneggi nitidamente definiti permetto di collocare la tela offerta a questo periodo della sua attività. Un altro valido confronto è dato dall’Adorazione dei pastori oggi conservata nella pinacoteca di San Severino Marche datata verso il 1670 circa (Petrucci 2013, p. 93).








DIPINTI ANTICHI
mar 9 NOVEMBRE 2021
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