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Arte moderna e contemporanea

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SEVERINI GINO

GINO SEVERINI

 GINO SEVERINI
(Cortona 1883 - Paris 1966)
Natura morta con pesci
1929
olio su tela
cm 66x54
firmato in basso a destra
al retro cartiglio Galerie Léonce Rosenberg, Parigi con n. archivio 9039/C

Provenienza
Galerie Léonce Rosenberg, Parigi
Collezione privata

Bibliografia
D. Fonti, Gino Severini. Catalogo ragionato, Milano, 1988, p. 409 n. 487 (ill.)




Nell’ottobre, del 1906 Gino Severini si trasferisce a Parigi dove trova alloggio da Madame Betaux proprietaria dell’Hôtel du Danemark, l’anziana signora lionese conosciuta nel periodo fiorentino, che aiuta economicamente l’artista. Nella capitale francese entra in contatto con il mondo artistico in particolare con Amedeo Modigliani, Gino Baldo, Anselmo Bucci, il poeta e amico romano Gino Calza Bini e poi Picasso, Max Jacob e Apollinaire. Sono anni concitati e ricchi di esperienze, amicizie e idee avanguardistiche ma anche di stenti e continui trasferimenti da uno studio all’altro, vive grazie ad alcuni mecenati come Costa Torro e Pierre Declide con il quale instaurerà una profonda amicizia, numerosi sono i soggiorni di Severini a Civray presso la casa di Torro, luogo fondamentale per la formazione dell’artista. Nel 1910 cambia nuovamente studio e di trasferisce vicino a place Pigalle, nel giorno di pochi gironi si trasferiranno nello stesso stabile anche Suzanne Valadon, George Braque, Raoul Dufy, è anche l’anno del Manifesto della pittura futurista che firmerà insieme a Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Umberto Boccioni. Il movimento entrerà nella fase critica quando la partecipazione a distanza di alcuni componenti porta Severini ad allontanarsi anche se svolgerà un’innegabile funzione di trait d’union tra l’Italia e la Francia.
Il 7 aprile del 1913 inaugura la prima personal The Futurist Painter Severini Exhibits his Latest Works alla Marlborough Gallery di Londra, si susseguono le mostre personali e con i futuristi espone M.me Bongard e la Galerie des Indépendants. Il 1916 è per Severini un anno di cambiamenti; nasce il primo figlio, litiga con il suocero e muore Umberto Boccioni, ma è anche l’anno che grazie a Juan Gris conosce il mercante parigino Léonce Rosenberg con il quale sottoscrive un contratto di prelazione sulla prima visione dei suoi lavori e nel gennaio del 1919 stipularono un contratto di esclusiva.
L’opera qui proposta fa parte del ritorno al classicismo intrapreso da Severini con i primi accenni nel 1916 e poi definitivamente nel 1920 ed è ispirata proprio al mosaico romano con pesci conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’artista ha studiato a lungo i trattati antichi, rinascimentali, secenteschi e, con rigore e applicazione, i testi matematici per rappresentare la forma geometrica nello spazio di una tela creando così una composizione armonica, senza confine nel tempo. Per tutti gli anni Venti viaggia da Parigi a Roma per farsi ispirare dai monumenti e dagli affreschi. Il 1929 è per Severini un anno importante di avvenimenti: partecipa all’Exposition d’Art Italien Moderne alla Galerie des Éditions Bonaparte di Parigi, curata e organizzata da Mario Tozzi, mentre a Milano al Palazzo della Permanente partecipa alla Seconda Mostra del Novecento Italiano.



© GINO SEVERINI, by SIAE 2023



Arte moderna e contemporanea
mer 21 GIUGNO 2023
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