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Arte Moderna e Contemporanea

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GENTILINI FRANCO

FRANCO GENTILINI

 FRANCO GENTILINI
(Faenza 1909 - Roma 1981)
Il Palazzo Esso a Roma
olio su tela, cm 53x80
firmato in basso a destra Gentilini
eseguito nel 1965

The Esso Palace in Rome
oil on canvas, cm 53x80
signed in the lower right Gentilini
executed in 1965

Bibliografia
Appella, 2000

Ancora una vola l'artista faentino non sembra rinunciare alla volontà di rappresenrare iconicamente la realtà, trasformando l'occasione di un omaggio in un inatteso motivo di figurazione artistica. Il preparato sabbioso della superficie, già ampiamente sperimentato nel corso della sua produzione, permette a Gentilini di costruire plasticamente l'architettura denotandola mediante un segno che è una struttura. La frontalità dell'immagine è intenzionalmente compromessa da un'inavvertibile asimmetria che si innesca nella visione dell'edificio, il cui ingresso appare così decentrato.
L'immagine è modulata sapientemente grazie alla combinazione di piani verticali e orizzontali; questo permette, inoltre, all'artista di scandire ritmicamente la composizione. Una parte rilevante della superficie è, infatti, occupata dal fitto partito delle linee verticali, divenendone così l'elemento propriamente caratterizzante. Contemporaneamente l'alto basamento, che si incontra partendo dal basso verso il centro della raffigurazione, costituisce non soltanto un necessario punto di innesto a tutta la composizione ma crea altresì le condizioni per una sospensione nel ritmo serrato che sottende la rappresentazione. Il partito delle linee orizzontali prosegue superiormete verso l'alto chiudendo in questo modo tutta la composizione. Ciò nonostante questa rigida sequenza di partizioni geometriche non impedisce all'artista di dare alla rappresentazione una visione fantomatica e surreale. Non è più la luce meridiana, entro cui in passato ha descritto le proprie visioni architettoniche, come è avvenuto nella nota serie delle Cattedrali, illuminare la scena, ma un'inconsueta e atipica luce lunare. In questo modo la tangibilità della rappresentazione, ancorchè garantita dalla commistione del pigmento cromatico con l'innesto della materia, è qui ridotta fortemente per effetto di quella luce che, sottraendo peso all'immagine, la trasforma in tenue apparizione. L'aulica rappresentazione nobilita la scena in cui, tuttavia, non passa inosservata l'assenza umana. C'è da chiedersi come possa un artista dalla spiccata tendenza alla narrazione pervenire a una visione così astratta e così lontana dalla sua nativa disposizione al racconto e alla visione aneddotica della realtà. Con Il Palazzo della Esso a Roma Gentilini sembra volontariamente prendere le distanze dal linguaggio affabulatorio con cui abitualmente ha descritto la propria visione del mondo: c'è una compostezza pacatamente formale che si accompagna alla volontà di presentare il dato oggettivo più che a mediarlo attraverso la narrazione, ma anche questo rientra nella cifra inconfondibile del suo mestiere d'artista.(LP)

Arte Moderna e Contemporanea
lun 3 DICEMBRE 2018
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