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Scultura e Oggetti d'Arte

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Corpus Christi Avorio. Italia fine del sedicesimo secolo Firmato Giovanni Antonio [..]

 Altezza cm 14
Il Corpus Christi qui presentato è senza dubbio un altro significativo tassello nella ricostruzione della vicenda artistica e stilistica del suo artefice, lo scultore Giovanni Antonio Gualterio, del quale si hanno solo poche notizie biografiche e storiette che lo attestano nativo di Gaeta e documentato a Roma presso la corte papale negli ultimi decenni del XVI secolo.
Di questo importante quanto misterioso scultore che spesso firmava i suoi corpus christi con il monogramma J.A.G., che fu perciò per lungo identificato con il nickname di Maestro J.A.G, si sa che lavorò nel 1582 all'esecuzione di un Crocifisso in Avorio per il Cardinale Ferdinando de Medici che usava sue opere come doni diplomatici, in questo caso per il nobile spagnolo Duca di Rivas.
Al Gualterio sono riconducibili una decina di Corpus Christi in avorio sparsi in varie collezioni private e musei nel mondo perché siglati J.A.G. o come il nostro, firmati per esteso e datati. Il nostro Corpus Christi appartiene alla tipologia tardo manierista riconducibile a quello, privo di gambe e braccia, come il nostro firmato per esteso e datato 1599 conservato presso il Gruner Gewolbe Museum di Dresda (fig. 1) che ha fatto da punto di paragone per l'identificazione stilistica e attributiva delle opere solamente siglate con il monogramma J.A.G.
Ai due se ne aggiungono anche uno passato in una vendita della Casa d'Aste Sotheby's, Londra: Old Master sculture and works of Art, dicembre 2010 lotto 55. Siglato e datato 1600 e uno conservato presso il Victoria & Albert Museum di Londra senza data, entrambi caratterizzati da uno stile tardo manierista. Appartengono invece ai Corpus Christi scolpiti nello stile Barocco segnato dal concilio di Trento e caratterizzanti da un pathos drammatico esasperato un altro gruppo di altre opere con datazione che vanno dal 1606 al 1615 di cui oltre sempre per Sotheby's , due da Cambi Aste e un esemplare conservato in una collezione privata spagnola citato dalla studiosa Margarita M. Estella nella sua opera La escultura barocca de marfil en Espagna.
Caratteristica singolare che contraddistingue i due nuclei tardo manieristici da quelli barocchi, otre le differenze stilistiche, sta nel fatto ce nei primi la figura del salvatore è sempre raffigurata con la testa reclinata e gli occhi chiusi nei nodi del Cristo Morto, mentre nelle versioni barocche la testa è sollevata e gli occhi spalancati e rivolti al cielo nei modi più tragici del Cristo Vivo.

Scultura e Oggetti d'Arte
mar 11 DICEMBRE 2018
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