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Scultura, Arredi e Oggetti d'Arte

Madonna in trono col Bambino. Legno rivestito in lamina d'argento. Scultore di ambito iberico pirenaico operante tra il XIII ed il XIV secolo  - Asta Scultura, Arredi e Oggetti d'Arte - Associazione Nazionale - Case d'Asta italiane
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Madonna in trono col Bambino. Legno rivestito in lamina d'argento. Scultore di ambito [..]

 Questa rara Madonna in trono con Bambino costituisce un’importante aggiunta al raggruppamento delle statue lignee rivestite in lamina preziosa di ambito iberico-pirenaico prodotte tra i secoli XIII e XIV.
L'anima lignea in rovere della scultura è infatti incapsulata in sottili lamine d'argento fissate tramite chiodini. Allo stesso modo anche le capigliature dorate di Gesù bambino e di Maria, così come le unghie della mano, sono lavorate successivamente al cesello. La scultura è poi chiusa sul retro da elementari lamine di rame.

L’opera è stata probabilmente così concepita fin dal principio. In occasione di una recente pulitura, il sollevamento dei collari settecenteschi in filigrana d’argento ha permesso di verificare che la policromia è circoscritta agli incarnati e si ferma alla decorazione ondulata che simula l'orlo ricamato di una tunica. Non è possibile stabilire con certezza la datazione del rivestimento metallico ma non vi è dubbio che esso sia abbastanza antico, comunque precedente alle aggiunte moderne del rame e dei raggi sul retro e dei collari in filigrana. La tecnica esecutiva infatti è così scrupolosa che si è propensi ad escludere l'eventualità di un suo rifacimento in epoca tarda. Tanto più che questo tipo di manufatti era molto presente nella tradizione artistica transalpina e della penisola iberica fin dal IX e X secolo.

Basti ricordare la maestà eseguita dall'orafo e scultore Adelelmus per la cattedrale di Clermont-Ferrand (Puy-de-Dome), distrutta durante la rivoluzione francese ma conosciuta grazie ad un disegno a penna di un manoscritto dell’anno 946 (Fig.1) o il celebre reliquiario di Sainte-Foy, custodito ancora nel tesoro dell'omonima abbazia di Conques. (Fig.2)
A partire dal XII secolo questo tipo di opere ha iniziato a spogliarsi delle lamine di metallo, non solo per ambire a una rappresentazione più naturalistica, ma anche per limitare le spese altissime delle lamine di metallo.
Questo mutamento di orientamento verso il colore non è stato tuttavia istantaneo in tutta la penisola: specialmente le valli dei Pirenei sono comunque rimaste molto tempo legate alla tradizione romanica di foderare le immagini mariane con lamine preziose ed infatti in Navarra abbiamo il maggiore gruppo superstite di questo tipo di manufatti: Pamplona (Fig.3), Sanguesa (Fig.4), Ujue, Estella (Fig.5), Dicastillo (Fig.6), Roncisvalle (Fig.7) e quella trafugata di Villatuerta (Fig.8).
Per questo motivo, riconosciute le somiglianze stilistiche, potremo collocare la Madonna in trono con Bambino verosimilmente nella fascia territoriale dei Pirenei centro-occidentali tra Aragona e Navarra.
Nella scultura in esame l'intaglio è molto compatto e le fisionomie sono semplificate, mentre invece lo slancio verticale di Maria e il naturalismo del suo movimento fanno pensare che il suo autore fosse già stato aggiornato sulle novità del gotico francese arrivato tramite il cammino di Santiago, che per quel territorio passava. L'esito è quello di un elegante effetto dinamico in cui si vede che il torso è inclinato lievemente sulla sinistra e le gambe sono orientate in senso opposto. Questo stile potrebbe con tutta verosimiglianza appartenere al primo quarto del XIV secolo, essendo in anticipo rispetto alle altre tipologie menzionate presenti in Navarra.
Anche in Aragona le testimonianze di questa tipologia sono altrettanto emblematiche. Come esempio citiamo un’ulteriore scultura lignea rivestita da lamine d'argento: la Madonna col Bambino (datata 1290-1310 circa) venerata nel santuario di Santa Maria di Salas a Huesca (Fig.9). La Madonna in questo caso si presenta stante ma le analogie con la scultura che presentiamo in asta appaiono degne di attenzione, innanzitutto per la tecnica dei chiodini a vista con cui le lamine irregolari sono fissate, poi per la resa geometrizzate della fisionomia, il mento pronunciato e l’iconografia delle gambe incrociate del Bambino.
Entrambe le sculture sono accomunate da un temperamento gotico ancora latente e dell'essenzialità del trattamento plastico.
In quel territorio gli ultimi esempi di tradizione romanica trovano ancora spazio alla fine circa del XIII secolo con dimostrazioni pregevoli, tra cui la Madonna in trono col bambino di Jara (Huesca, Museo Diocesano) (Fig.10), la fisionomia della quale, insieme all'iconografia del figlioletto, rivela una centrata attinenza morfologica proprio con i volti della nostra Madonna

Scultura, Arredi e Oggetti d'Arte
mar 11 GIUGNO 2019
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