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Scultura, Arredi e Oggetti d'Arte

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Scultura in marmo raffigurante San Matteo Evangelista sotto forma di Angelo, Arte [..]

 cm 70x34x21.

La maestosa scultura riprende quella che è sempre stata l’iconografia principale dell’evangelista Matteo, ovvero l’angelo. Tra le quattro redazioni dei Vangeli infatti, la sua è quella che più di tutte insiste sulla vera umanità di Cristo. Inoltre, come ci ricordano alcuni esempi topici dell’arte occidentale (soprattutto la Cappella Contarelli di Caravaggio a San Luigi dei Francesi) fu proprio un angelo che iniziò a dettare a Matteo il suo Vangelo.
In questo senso l’interpretazione della nostra scultura appare chiarissima: il libro che presenta con le mani è il Vangelo, mentre le magnifiche ali lo differenziano da una figura umana qualsiasi. Altro piccolo dettaglio decorativo è la fibbia a forma di fiore che egli presenta sulla sua spalla sinistra. 
Le pieghe della tunica si rifanno all’arte ancora romanica della decorazione a pieghe vicine che conferisce alla figura una forte impressione di immanenza nello spazio, mentre il senso di movimento che si nota soprattutto nella parte inferiore della veste, insieme alla importante verticalità della scultura, ci fanno propendere per una datazione successiva a quella romanica, già pienamente gotica. Anche il piccolo dettaglio di racema che è presente sul fronte della mensola su cui l’angelo insiste è una decorazione tipica di un momento di passaggio tra il linguaggio romanico e quello gotico. 
Le proporzioni massicce e carnose delle parti vive (faccia, capelli, mani) e la generale stazza della figura ci fanno pensare che l’opera andrà con ogni probabilità ascritta a quella cerchia di maestri lombardi che avevano operato in tutto il nord Italia (dai laghi di provenienza fino a Venezia, dalle Alpi all’alta Toscana) fin dall’anno mille e che vanno sotto il nome di Magistri Comacini. 
La loro arte, senza perdersi in inutili descrizioni figurative, vanno dritte alla rappresentazione plastica della figura, la quale trova la sua vera forza non in quello che significa ma proprio in se stessa.
Questo stile, che non segue i canoni del classicismo toscano arrivato comunque al nord (si pensi a tutta la produzione milanese di Giovanni di Balduccio o si veda per Siena il monumento sepolcrale dei Rusca al Castello Sforzesco di Milano) e che rimane allo stesso modo impermeabile al gotico francese, rappresenta dunque una realizzazione di grande originalità artistica e reliazzativa di scultori fedeli ad una precisa, secolare impronta stilistica.
A ben guardare, alcuni dettagli stilistici con cui è raffigurato il nostro Santo ricordano molto le figure di alcuni grandi monumenti lombardi: si guardi soprattutto al rilievo dell’antico altare del Duomo di Como (fig. 1 e 2). In esso le due fugure ai lati della crocifissione (le due sante vergini Liberata e Faustina) hanno delle pose che ricalcano quelle del san Matteo. Quella di destra avvolge con le mani nella medesima posizione il libro, creando nella manica della veste delle pieghe simili a quelle dell’angelo. Anche la veste della figura di destra presenta delle soluzioni stilistiche quasi sovrapponibili a quelle della nostra scultura. Da ultimo, il fiorellino carnoso e compatto che il San Matteo ha sulla spalla, riprende quello che decora gli archetti sopra le sante sorelle.


La scultura era apparsa nel 1976 in una storica asta fiorentina, quella della vendita degli arredi e delle collezioni della Villa Medicea di Marignolle (fig.3), comprata e rimessa in uso nel 1939 dall’antiquario Giuseppe Bellini, dove al lotto 60 era stata giustamente descritta come “scuola lombardo-veneta del XIV secolo” (fig. 4)

Scultura, Arredi e Oggetti d'Arte
mar 11 GIUGNO 2019
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