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Arte Moderna e Contemporanea

LORENZO VESPIGNANI  - Asta Arte Moderna e Contemporanea - Associazione Nazionale - Case d'Asta italiane
27

LORENZO VESPIGNANI

 ★ LORENZO VESPIGNANI
(Roma 1924 - Roma 2001)
Barche
acquerello e inchiostro su carta, cm 33x53
firmato e datato in basso a destra
eseguito nel 1963

Boats
watercolor and ink on paper, cm 33x53
signed and dated lower right
executed in 1963

Bibliografia
Renzo Vespignani, 1963
Testori, 1971
Giuffré 1975

Nel 1951 Vespignani compie quello che per gli artisti italiani del dopoguerra sembra un
viaggio di rito, ansiosi di aggiornarsi rispetto a quelle avanguardie europee, loro negate
dall'isolamento fascista: Parigi.
Di Van Gogh, Cézanne e Matisse, l'artista di Portonaccio coglie poco, resta semmai
incuriosito dalle opere impressioniste, senza peraltro subirne l'influenza. Risale a questi
primi anni cinquanta, tuttavia, la comparsa nelle sue opere di soggetti fino ad allora
ignoti: paesaggi marini, ombrelloni, spiagge e barche.
Non la Senna, ma Fiumicino, è l'ispirazione di questi dipinti e disegni, in cui il raro colore
sembra stendersi in più fluido e la tensione dei primi paesaggi di periferia sciogliersi in
calme distese d'acqua. Questo Barche, segue un periodo di fugaci sperimentazioni da
parte dell'artista, che pare accostarsi, negli anni tra il 1959 ed il 1962, ai ritmi ed ai
pastosi grovigli dell'esperanto informale, pur senza rinunciare al racconto, alla
documentazione. Fedele alla figurazione, ma attento a non scivolare nell'accademismo
neorealista, Vespignani è tra i fondatori, proprio nel 1963, del gruppo Il Pro e il Contro,
insieme ad Attardi, Calabria, Ferroni, Guerreschi, Guccione, Giaquinto e ai critici Micacchi,
Del Guercio, Morosini.
Agli anni sessanta e successivi risale l'apertura dell'artista al colore e a una pittura
condotta per vasti cicli di feroce denuncia al piccolo e volgare mondo borghese.
L'inaffondabile pessimismo di Vespignani ( realismo esistenziale lo definirà Valsecchi),
si esprime anche in osggetti apparentemente pacifici, avulsi dalla vasta azione critica
dell'autore rispetto alla società contemporanea, al degrado del ceto medio. Anche un
paesaggio marino, privato di qualsivoglia riferimento alla vita, all'uomo offre uno
spettacolo desolante e di abbandono; le barche che tagliano orizzontalemente la
composizione del quadro - il chiaro della sabbia dal generico scuro del mare e del cielo-
appassiscono sulla spiaggia come carcasse di animali arenati. E' un paesaggio immobile, e
dolcemente triste quello fotografato dall'artista, in cui ricorre quel senso di solitudine
senza speranza, di corruzione e lento disfarsi della natura, così intrinseco alla sua poetica.
Il litorale di Fiumicino e la foce del Tevere, appena sfuggiti alla malaria, sono al centro di
questa memoria, deserto di sole e acque che in qualche modo tornerà, ma cupo e
nebbioso, in alcuni dei paesaggi marini degli anni a seguire. Le barche abbandonate sulla
spiaggia, sono una lucida testimonianza di una stagione passata, che l'artista sa di aver
irremediabilmente perduto.


Arte Moderna e Contemporanea
lun 3 DICEMBRE 2018
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