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Arte Moderna e Contemporanea

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MARTINA PIERO

PIERO MARTINA

 ★ PIERO MARTINA
(Torino 1912 - Torino 1982)
Strade torinesi
olio su legno, cm 68x97
firmato in basso a destra P. Martina
eseguito nel 1953

Turin roads
oil on wood, cm 68x97
signed in the lower right corner P. Martina
executed in 1953

Bibliografia
Piero Martina, 1980
Omaggio a Piero Martina, 1984
Roberto, 2003


Il paesaggio urbano torinese, uno dei soggetti più ricorrenti nell'opera di Piero Martina,
appare particolarmente congeniale al tema proposto, ci offre un ampio scorcio di un
moderno quartiere cittadino.
Contraddistinto dalla presenza del fiume Dora che disegna un'ampia curva, tagliando in
due il paesaggio. Sulla destra sorgono le palazzine destinate alle abitazioni, mentre degli
edifici a sinistra sembrano piuttosto officine o fabbriche. Sullo sfondo, si delinea la
sagoma grigia di una torre.
La medesima veduta, sostanzialmente identica nel taglio e nell'impostazione
dell'immagine, ritorna con una insistenza quasi ossessiva in molti dipinti ispirati alla città
natale. Talvolta, questa porzione di spazio urbano appare animata dalla presenza umana o
arricchita da uno spunto narrativo, come accade nella tela dal titolo Ponte con le bandiere
rosse ( Suzzara, Galleria d'Arte Moderna), presentata nella sala personale del pittore in
occasione della Biennale veneziana del 1966.
Protagonsite sono invece le strade torinesi, quelle strade grigie che affiancano il
fiume, anch'esso grigio, oppure quelle che lo attraversano, o ancora quelle che
immaginiamo insinuarsi tra i palazzi.
La modernità del paesaggio sta tutta nel colore plumbeo del ferro e del
cemento, nelle larghe vie d'asfalto che sembrano fatte apposta per essere percorse dalle
automobili, che qui però non compaiono, al pari di qualsiasi altra traccia dell'attività
dell'uomo. Il paesaggio è completamente deserto, come sospeso e raggelato nel freddo
invernale; la neve ricopre i tetti e le strade, e le ampie chiazze bianche danno il là a
tutta l'orchestrazione cromatica del dipinto, giocata sui toni del grigio e del bruno. Dalle
sue prime esperienze di segno impressionistico, Martina aveva distillato l'intuizione per la
scelta dell'atmosfera e della luce. Dopo un periodo di formazione irregolare, condotta in
sostanziale autonomia, si era avvicinato a Francesco Menzio e ai Sei di Torino,
condividendone alcune riflessioni sulla opportunità di superare la visione oggettiva,
ispirandosi ai progressi dell'arte europea postimpressionista. Gradualmente, l'artista
perviene alla trasfigurazione della realtà attraverso la semplificazione delle forme,
interamente risolte nel colore. Alla visione si sovrappone l'espressione, spesso venata di
malinconia, fino alla messa a punto di una perosnale formula stilistica per la quale nel
1956 Massimo Mila ebbe modo di coniare la definizione di Realismo sensuale.
(Piero Martina, 1980, p. 82).(GC)


Arte Moderna e Contemporanea
lun 3 DICEMBRE 2018
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